Venerdì 6 luglio comincia a Torino il processo a carico dei 26 arrestati che si sono battuti contro la realizzazione della Linea ad Alta Velocità Torino-Lione e contro la devastazione della Val Susa. Tra questi c’è anche il nostro compagno Alessio, detenuto nel carcere di Torino dallo scorso gennaio.
Questo è il primo dei processi che si terranno nel mese di luglio contro eventi di rivolta generalizzati: venerdì 13 luglio a Roma si terrà l’udienza di cassazione delle condanne per devastazione e saccheggio nei confronti di 10 compagni (per i quali sono stati chiesti in totale 100 anni di carcere) per i fatti del G8 a Genova nel 2001, oltre alle udienze legate alle rivolte di Roma del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011.
Tutti questi episodi hanno qualcosa in comune: sono occasioni in cui abbiamo ripreso, anche se per poche ore, il controllo delle nostre vite e dei nostri desideri, in barba ai tentativi di mediazione del conflitto operati da politicanti, associazioni e benpensanti.
Sono stati momenti in cui la macchina della spettacolarizzazione del dissenso si è incagliata e il velo della farsa operata dai media è caduto lasciando il re con le sue nudità esposte. Le mattanze della Diaz e di Bolzaneto, i pestaggi e le devastazioni ad opera delle forze dell’ordine in Val Susa sono solo alcuni esempi della brutalità e dell’ipocrisia del potere statale, che per quanto possa provare a mimetizzarsi nei panni di garante del bene comune, altro non fa che difendere, attraverso la violenza, il ricatto ed il terrore, gli interessi di una sempre più ristretta elite di privilegiati.
Ogni forma di dissenso deve essere messa a tacere: persino la pubblicazione su un blog di notizie e rivendicazioni di attacchi o appendere uno striscione
in solidarietà con i compagni detenuti dà adito alla procura di Perugia, in collaborazione con i ROS, di orchestrare un’associazione sovversiva internazionale a carico di 10 compagni arrestati lo scorso 13 giugno.
La strategia è sempre la stessa: isolare ogni caso di ribellione e pescare a caso tra gli agitati per strapparli alla loro quotidianità attraverso restrizioni della libertà, in modo da fungere da esempio per i prossimi che avranno la determinazione di ribellarsi.
Non ci faremo spaventare e non lasceremo cadere nel vuoto ciò per cui i nostri compagni sono oppressi, non possiamo e non vogliamo fermarci perché la migliore forma di solidarietà nei loro confronti è continuare l’attacco al potere e alle sue strutture.
E dovrebbe essere interesse comune generalizzare questo attacco.
Ognuno con i tempi e i modi che preferisce.
ALESSIO LIBERO! LIBERI TUTTI!
Martedì 10 luglio, ore 10.00, volantinaggio in piazza Montesanto
Venerdì 13 luglio presidio sotto la Corte di Cassazione a Roma
Anarchici a Napoli