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CONTRO GLI OGM DI BASF E MONSANTO RIPRENDIAMO LE OSTILITA’

La Commissione Europea cede alle pressioni delle multinazionali
biotech e dopo dodici anni di moratoria autorizza una nuova coltivazione
ogm in campo aperto.
La patata transgenica “Amflora”resistente a due antibiotici, della
multinazionale chimica tedesca Basf, potrà essere coltivata nei paesi
europei a scopo industriale per la produzione di cellulosa e per
realizzare mangimi per animali. Potranno inoltre essere importati e
commercializzati tre tipi di mais ogm della Monsanto come mangimi e
prodotti alimentari.
Nel 2007 era stata bloccata l’autorizzazione della coltivazione della
patata della Basf, rimandando all’EFSA la sua valutazione positiva. Dopo
due anni l’EFSA si espresse riconfermando la precedente posizione.
Queste ultime autorizzazioni, come le precedenti, si basano sulle sue
valutazioni positive, o meglio su quelle che le multinazionali le hanno
fornito come tali.
Nuovi via libera, che seguono a ruota quelli di altri mais ogm: tre
della Monsanto e uno della Syngenta.

La Commissione Europea, con il suo nuovo “super commissario degli
ogm” John Dalli responsabile del Dipartimento per la salute, a cui
fanno capo settori strategici come medicinali, prevenzione malattie,
varietà vegetali e anche l’EFSA, si prepara a cambiare entro giugno 2010
l’attuale normativa in materia di OGM.
Per le multinazionali biotech far approvare alimenti e mangimi
geneticamente modificati sarà ancora più semplice, le procedure di
autorizzazione verranno semplificate e basterà fare riferimento solo
agli studi presentati in autorizzazioni precedenti. Questo significa che
una volta ottenuta un’autorizzazione essa farà da apripista per le
successive, garantendo una rapidità di diffusione prima impensabile, con
una procedura sempre più automatica. Adesso le multinazionali biotech
dovranno affrontare soltanto un primo scoglio iniziale, superato il
quale avranno campo libero per diffondere i loro ogm, considerati i
numerosi ogm già valutati positivamente dall’EFSA che aspettano
soltanto una definitiva autorizzazione e un clima favorevole.
Inoltre proveranno ancora di più a sostenere l’insostenibile equivalenza
tra piante transgeniche e convenzionali.
In tutto questo si muove con successo un universo di organizzazioni e
lobby che patrocinano gli ogm a partire dai corridoi delle istituzioni
Ue. Su tutte EuropaBio, l’associazione europea delle industrie biotech,
impegnata direttamente sul campo, quindi c’è chi fa lobby per interesse
diretto come Coceral, i rappresentanti degli importatori e commercianti
agricoli, la Fefac, per i concimi, Fediol, attiva nel settore della
trasformazione delle sementi per i biocombustibili e la Aaf, che
raccoglie i produttori di amido.
In questo contesto l’’EFSA avrà ancora più rafforzato il proprio ruolo
centrale e fondamentale nell’intero processo di autorizzazione delle
nocività. Si mostra sempre più evidente che i suoi non sono semplici
pareri, è direttemente responsabile dell’entrata degli ogm in Europa,
dietro alla facciata neutrale si celano le ramificazioni delle
multinazionali biotecnologiche.

In Italia non sono ancora presenti coltivazioni ogm a parte alcune
piccole sperimentazioni a Viterbo e in qualche altra Università, però
entrano già da anni enormi quantità di mangimi ogm destinati
all’alimentazione degli animali provenienti soprattutto dall’Argentina e
Stati Uniti.
La situazione è critica, siamo in piena contaminazione attuata da più
fronti che si fanno sempre più stretti e compatti. Il rifiuto quasi
generalizzato degli ogm non è sufficente a rompere questo fronte, finchè
persisteranno delega e fiducia nei cosiddetti organi destinati alla
sicurezza alimentare o a certi pseudo oppositori tinti di verde.
Non saranno quindi le frignacce dell’indignato ministro Zaia che
potranno fermare l’ingegneria genetica sugli esseri viventi, ma una
forte mobilitazione che sappia coniugare al suo interno agitazione e una
critica radicale a questo sistema mortifero che necessita anche di ogm.

Coalizione contro le nocività, 10 marzo 2010

MBE 222 C.so Diaz 51, 47100 Forlì

www.inventati.org/contronocivita

nonanobio@inventati.org

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