repressione a torino


Torino – Arresti e perquisizioni in relazione all’assemblea antirazzista

ascoltate le dirette in streaming: http://radioblackout.org/

Questa mattina alle 6.30 una forte azione repressiva nei confronti dell’assemblea antirazzista torinese, ha visto una ondata di perquisioni, arresti, notifiche di denunce e sequestri.

I capi di imputazione sono dei più disparati, degni dei più pericolosi "criminali" atti a giustificare le manovre sbirresche di questa mattina: stalking nei confronti dei responsabili dei cie, lesioni personali e del patrimonio, imbrattamenti e scorregge alla volta dei politici.

Il risultato di questo forte attacco rimane (per ora):

– tre persone arrestate: Andrea, Fabio e Luca

– tre persone ai domiciliari: Maya, Marco e Paolo

– ventitre persone indagate e perquisite

– un obbligo di dimora

– tre persone perquisite perchè "amici" degli indagati

– una forte perquisizione dei locali di radio blackout, che in questa mattinata ha comportato lo stop del segnale per un’ora, lo stop delle trasmissioni che tutt’ora prosegue e il sequestro di moltissime attrezzature necessarie alle trasmissioni (pc per lo streaming e l’editing dell’audio).

Tutto a cura del prefetto xenofobo e razzista Andrea Padalino e della sottoposta Emanuela Pedrotti, che conosciamo e poco stimiamo…

Il senso per ora, sembra una semplice manovra di censura nei confronti di radio blackout e dei suoi redattori, e per questo l’invito è di rimanere informati, un’occasione potrebbe essere la campagna: "Spegni la censura, accendi blackout."

Solidarietà ai perquisiti, agli arrestati e a tutti quelli che si battono per una libera informazione.

Libertino Scicolone

Per mandare telegrammi i riferimenti sono (186 da telefono fisso)

Andrea Ventrella, Fabio Milan e Luca Ghezzi

Via Pianezza 300, 10151 Torino (To)

Radio blackout fa sapere che vi sarà una redazione aperte dalle 19.00 nei locali di radio blackout, in via cecchi 21

 

 
Radio Blackout sotto attacco
 
Nel pieno della campagna “spegni la
censura, accendi blackout!”, ad un mese dalla scadenza prevista del
contratto d’affitto con cui Chiamparino cerca di mettere a tacere una
storica voce libera e indipendente della città, Radio Blackout subisce
questa mattina un nuovo attacco censorio e intimidatorio.
Con la
scusa di un’operazione di polizia inconsistente, volta a criminalizzare
l’Assemblea Antirazzista Torinese, che da mesi organizza appuntamenti
pubblici di protesta contro l’orrore dei centri di identificazione ed
espulsione, la radio viene di fatto sequestrata per più di 6 ore,
impedendoci di andare in onda con il nostro consueto palinsesto di
quotidiana contro-informazione. Per più di un’ora è stato anche staccato
il segnale radio. Messi sotto sequestro apparecchiature informatiche
fondamentali per la quotidiana attività della radio.
La nuova “grande
operazione”, fatta di 23 perquisizioni, 3 arresti “cautelari” in
carcere e altre 3 custodie ai domiciliari è costruita, ancora una
volta, su reati di scarsissima rilevanza penale: insulti, reati contro
il patrimonio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e una generica
associazione a delinquere. Tre dei colpiti da questi provvedimenti sono
nostri redattori. A ordire la trama contro i “nemici pubblici”, il
sostituto Pm Andrea Padalino, già salito agli onori delle cronache per
la proposta razzista di rendere obbligatorie le impronte digitali per
gli/le immigrati/e.
Radio Blackout non si è mai sottratta dal
denunciare pubblicamente con la propria attività informativa le
ossessioni xenofobe di questo pubblico ministero. Non ci stupisce che
con la dilatata perquisizione mattutina della nostra sede (e con
l’operazione tutta) il Pm in odore di carriera cerchi anche una
personale vendetta.
L’indagine si sgonfierà presto, il tutto si
risolverà ancora una volta in un nulla di fatto. Ma intanto, attraverso
la scusa di misure “cautelari”, s’imprigionano e zittiscono le voci
scomode. Per parte nostra diamo tutta la nostra solidarietà agli
arresati e denunciati. Come mezzo di comunicazione libero e indipendente
denunciamo la pretestuosità di un attacco che giudichiamo censorio e
intimidatorio. Un attacco che, guarda caso, cade in un momento
particolare della vita di Radio blackout e della stessa città di Torino.
Mentre si preparano le elezioni regionali e l’ostensione della sindone,
le contraddizioni che attraversano la città e il territorio circostante
restano tutte aperte: crisi, disoccupazione,casse integrazione che
volgono al termine, l’opposizione popolare all’Alta Velocità, le
ribellioni dentro i Cie, il massacro della scuola pubblica. Si cerca
insomma di normalizzare una delle poche voci libere della città.
Ma
Radio Blackout non si fa intimidire e rilancia: la data di scadenza sul
tappo continuiamo a non vederla… Spegni la censura, accendi Blackout!
23
febbraio 2010
La redazione di Radio Blackout
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perché non ci stiamo

A proposito della manifestazione “anarchica”
del 22 maggio e del gruppo formatosi sul social network facebook

I compagni più tecnofobi forse non sapranno dell’effervescenza (reale
o fasulla) dei gruppi nati su facebook. Uno di questi, intitolato “per
una manifestazione anarchica nazionale”, si è proposto non solo come
documento accozzaglia di concetti e fraseologia di estrema destra, ma
“avanguardia” di una estemporanea manifestazione anarchica su scala
nazionale, il cui tema portante puntava su una sorta di
autoreferenzialità libertaria. Un gruppo in grado di contare più di
mille iscritti –tra i quali anche autentici libertari e persone ingenue
ma in buona fede- e quindi di coinvolgere più persone su parole d’ordine
pericolosamente ambigue analoghe alle tematiche care alla destra dei
“fascisti del terzo millennio”, come ad esempio quella del
“signoraggio”.
Per di più, analizzando i profili degli
amministratori/promotori dell’iniziativa, sono saltati fuori link e
contatti con svariati siti propagandistici dell’ideologia
nazional-socialista e comunitarista che non sono altro che ricettacoli
di testi e scritti dei guru della Nuova Destra come De Benoist, Massimo
Fini, Dugin, Junger, ecc.
L’illusione di utilizzare un social
network quale facebook
come strumento di comunicazione antagonista, oltre al fatto di
utilizzare la piattaforma
commerciale di Murdock
, è pericolosa perchè si può controllare cosa
un utente scrive e con chi si relaziona, mentre permette un insidioso
anonimato a chi vuole pescare nel torbido.
Noi vogliamo smascherare
certo linguaggio come futuro contributo e strumento contro il
neofascismo più criptico. Il comunicato d’indizione del corteo non era
stato nè discusso nè condiviso con nessuna delle realtà anarchiche e
libertarie di lingua italiana. Infatti la dinamica decisionale ha
riproposto il solito copione autoritario di decisioni prese dall’alto e
di contenuti paracadutati chissà da dove. Grave il fatto che un
“manifesto anarchico” sia stato scritto da un fascistoide, ma ancora più
grave è che sia stato accettato anche da libertari. Questo sarebbe
l’ennesima riprova che è del tutto inutile dare la caccia ai nazi pelati
per strada, quando poi l’ideologia dell’estrema destra l’abbiamo già
ingoiata e assimilata senza neanche rendercene conto.

DISARTICOLAZIONE DEL TESTO

Un mondo in balia di misteriosi gruppi d’interesse e lobby segrete,
nonché vittima di oscuri complotti ebraici.
La difesa di non meglio
precisati popoli contro i meschini obiettivi della dittatura delle
Banche Centrali.
Signoraggio, strozzinaggio e minoranze malvagie
contro popoli, occidentali e sacralità della natura.
Mancanza di una
analisi critica, ed in particolare una qualsiasi analisi anarchica.
Nel complesso l’uso criptico del linguaggio si rivela lo strumento più
potente nelle mani del fascistume “anti-sistema”.
È sufficiente
tuffarsi nell’incredibile galassia nera (pardon bruna) di internet per
notare la continuità terminologica fra picchiatori nostalgici e nuova
meta-politica dei « manganelli parlanti ».
Il linguaggio espresso in
quest’ennesimo tentativo d’infiltrazione linguistica di matrice
neofascista segue la triade: popolo, complotto, sovranità. Un insieme di
parole chiave che nel complesso vuole creare confusione e permeato da
un’esplicita tensione moralista.
Un rigurgito di simboli, slogan e
parole d’ordine per affermare con un linguaggio complottistico e
mitologico l’identità di un gruppo (popolo, etnia, razza…) anche
impadronendosi del nostro ideale di libertà. Ad introdurre alla scaltra
terminologia neofascista gli utenti di facebook i «differenzialisti »
(non più razzisti !) i sofisticati « egualitaristi qualitativi » (non
più sadici autoritari !).
Ad esprimere l’identitarismo becero in
forma di « popolo » fu già Mussolini nel suo tentativo d’adombrare il
concetto di « classe » e far così risaltare l’elemento nazionalista.
Dalla lotta di classe alla « lotta di popolo » (nome di uno dei primi
gruppi criptofascisti post ’68). « Popolo » é una delle parole magiche,
di tutte le destre, da cui fanno discendere i loro sporchi valori
tradizionali, religiosi e di sangue (da difendere ad ogni costo!).
L’anarchico é l’espressione politica di un individuo, non la cellula
base di un corpo sociale inesistente come « il popolo ».
Il «
complotto giudaico massonico e della plutocratica Inghilterra » si
tramuta così in caricaturali « strozzini » contro i popoli , contro noi «
occidentali » ! « Grande Distribuzione Organizzata » pronta ad
introdurci a fantastici nemici come l’NWO (« New world order »).
Gli
anarchici non usano pseudo teorie economiche come il « signoraggio
bancario ». La teoria del «servaggio» è emblematica. Figlia di Pound e
fatta propria da tutta la fascisteria postmoderna: il nemico non é più
il capitalismo, la legge del profitto, il sistema di produzione
dominante e la conseguente divisione in classi. Il nemico diventano le
banche (ovviamente sinonimo di ebrei) e in tal modo pure il padrone può
trovarsi d’accordo con l’operaio contro l’«usura» bancaria. Il nazismo è
nato esattamente così!!
L’anarchismo é materialista non
spiritualista. Noi anarchici ripudiamo in modo assoluto un linguaggio
alla Forza Nuova fondato sull’« anticapitalismo razzista » di chiara
matrice antisemita (e che tuttavia permette a gruppi come quello di
Fiore di stringere alleanze neo-liberal con Berlusconi). Siamo
anticapitalisti perché la miseria del quotidiano é dovuta a relazioni
economico-sociali squilibrate, siamo contro lo Stato perché vogliamo
denunciare la nocività di rapporti basati sulla gerarchia e
sull’autoritarismo ad ogni livello.
«Sovranità» é dunque un termine
incompatibile con l’idea che abbiamo di libertà… perché riguarda gli
Stati: non dovrebbe esistere un insieme d’individui che ne esclude altri
in base a discrimianzioni anche «soft » come quelle culturali.
Non
siamo parte di un popolo intento a recuperare la sovranità di un dato
territorio contro oscuri poteri stranieri: i primi oppressori da cui
liberarsi sono tricolorati.
Dove sono invece i temi
dell’antisessismo, dell’antirazzismo, della critica allo stato e al
capitale?
Tra l’altro, il richiamo alla «sacralità della natura» è
un argomento usato pure dagli antiabortisti, dagli sprangatori omofobi e
dai fondamentalisti!
Per non parlare della necessaria critica
anticarceraria: neppure Pannella introdurrebbe il tema delle gabbie per
immigrati e autoctoni partendo dal loro eccessivo «affollamento» !

Simili argomentazioni appaiono voler manganellare il nostro cervello
prima ancora dei nostri corpi.
Razzisti, fascisti, sessisti, bigotti
reazionari e sbirri del pensiero: la vostra merda non attacca ! Nel
virtuale come nelle strade ci saremo sempre per smascherarvi e
resistervi!
Preoccupati dal fatto che alcuni compagni/compagne ci
siano miseramente cascati invitiamo ad un maggior spirito critico!!
Facebook e la faciloneria con cui si formano certe iniziative é
pericolosa ma altrettanto pericolosa é la nostra incapacità di
comprendere le ramificazioni del potere e le forme recuperate dal
fascismo.
Invitiamo quindi tutte le componenti anarchiche ad
accogliere con il massimo scetticismo qualsiasi comunicato o iniziativa
che non provenga DIRETTAMENTE da realtà autorganizzate e autogestite e a
dotarsi di seri strumenti di analisi per smascherare queste tentativi
d’intossicazione: tutto questo non è solo necessario ma costituisce
modalità attiva di LOTTA! Nessuno spazio per questi gruppi neofascisti e
per TUTTI i loro affiliati!

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica
http://www.autistici.org/aranea/

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accusati di resistenza

Rovereto – Siamo accusati di “resistenza”: ebbene sì!

Un giornalista ha scritto che sabato a Rovereto c’era aria di carnevale, festa, coriandoli – ma purtroppo gli anarchici hanno rovinato tutto. Già, coriandoli, mascherine, shopping e una bella sfilata di neofascisti: questo doveva essere il pomeriggio roveretano del 13 febbraio.

Invece una trentina di compagni sono scesi in strada per non permettere ai fascisti di Fiamma Tricolore di marciare indisturbati. E certo per questi ultimi non sarebbe stato facile passare se non fossero stati accompagnati e difesi, come di consueto, dai loro protettori in divisa (il Battaglione di Laives dei carabinieri e il reparto Celere di Padova e Mestre, giunto dalla Valsusa…).

I giornalisti – che qualche tempo fa avevano fatto finta di indignarsi per i pestaggi compiuti dai militanti della Fiamma e per gli inneggiamenti a Hitler e a Mussolini contenuti nei loro siti – ora sottolineano che la manifestazione dei “giovani di destra” era autorizzata e che gli anarchici sono dei violenti. Noi avevamo promesso pubblicamente che i neofascisti non sarebbero mai più scesi in piazza senza problemi a Rovereto. Siamo gente di parola.

Carabinieri e polizia – contrariamente a quanto riportato dai giornali – hanno caricato a freddo, in modo premeditato, puntando sistematicamente alle teste (undici manifestanti sono poi finiti al Pronto Soccorso). Con i compagni ancora in strada, la versione on line de “L’Adige” parlava già di tre arresti (che puntualmente sono stati notificati quattro ore dopo). Fascisti-sbirri-giornalisti: tutto da copione. Il candidato sindaco della Fiamma a Rovereto (D’Eliseo) è l’ex comandante della caserma dei carabinieri. E infatti i suoi amici in uniforme si sono scatenati per bene.

L’ordine era partito dal ministero degli Interni: caricare qualunque contestazione alle commemorazioni delle “vittime delle foibe”. E così infatti è accaduto nei giorni scorsi in diverse città italiane.

Ora tre compagni – Poza, Jeppo e Ivan – sono nel carcere di Rovereto.

Quello della Fiamma era un appuntamento nazionale, con la presenza annunciata del segretario Romagnoli. Nonostante questo, i fascisti erano una sessantina, e hanno dovuto cambiare percorso per la presenza dei compagni.

Rivendichiamo a testa alta la determinazione di essere scesi in strada decisi, nonostante la sproporzione tra noi e le forze dell’ordine. I giovani che si sono difesi compatti con tutte le loro forze dalle cariche brutali degli sgherri sono un esempio di coraggio e di memoria viva dei partigiani che hanno combattuto il nazifascismo.

A chi dice che ci vogliono altri mezzi per contrastare il fascismo, rispondiamo: trovate i vostri, purché nessuno rimanga in silenzio.

Ai sinistri che hanno permesso che la falsificazione della “questione foibe” diventasse verità ufficiale, diciamo: vergogna! Non condannate il colonialismo italiano di ieri perché sostenete apertamente quello di oggi.

Contro il fascismo e chi lo protegge!

Jeppo, Ivan e Poza liberi subito!


anarchiche e anarchici

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