Una nuova avventura nel disastro del nucleare è alle porte, e l’illusione che tale minaccia fosse stata scongiurata dalle lotte antinucleari degli anni ’70/’80 si è infranta di fronte alle brame di profitto e di iperproduzione energetica che lo Stato italiano spaccia come necessità e nteresse strategico per il rilancio dell’economia del Paese.
L’assurdità, la pericolosità, l’incremento di nocività che tale progetto comporta per il vivente sul pianeta sono sotto gli occhi di tutti:
radiazioni, scorie, incidenti, accentramento della produzione energetica, ulteriore militarizzazione della società sono le caratteristiche di un modello produttivo da cui, da quando il Potere ha messo mano sull’atomo, nessuno è al riparo.
In realtà, anche nell’Italia "denuclearizzata" degli ultimi vent’anni, i tentacoli della nocività atomi-ca non hanno mai smesso di estendersi sulle nostre vite e sui territori in cui viviamo: depositi di scorie e di armi atomiche, centri di ricerca e reattori sperimentali, energia nucleare importata dall’estero ci danno tutte le ragioni per non dover aspettare la costruzione delle nuove centrali (i cui siti verranno resi pubblici, guarda caso, dopo le prossime elezioni) per rilanciare l’opposizione al nucleare e al mondo che lo produce.
In tal senso, da mesi, si è aperto un confronto assembleare tra persone motivate dall’urgenza di ostacolare la ripresa della produzione di energia atomica che propone una settimana di mobili-tazione diffusa sul territorio dal 1 al 7 del prossimo febbraio, come primo passo per avvicinarsi ad un nuovo percorso di lotte contro la nocività nucleare.
Prima che sia troppo tardi, tenendoci alla larga dalle manovre di istituzioni, partiti e lobbies economiche, impegnamoci in prima persona per contrastare praticamente la mafia dell’atomo nei suoi progetti di devastazione irreversibile del pianeta.
L’assurdità, la pericolosità, l’incremento di nocività che tale progetto comporta per il vivente sul pianeta sono sotto gli occhi di tutti:
radiazioni, scorie, incidenti, accentramento della produzione energetica, ulteriore militarizzazione della società sono le caratteristiche di un modello produttivo da cui, da quando il Potere ha messo mano sull’atomo, nessuno è al riparo.
In realtà, anche nell’Italia "denuclearizzata" degli ultimi vent’anni, i tentacoli della nocività atomi-ca non hanno mai smesso di estendersi sulle nostre vite e sui territori in cui viviamo: depositi di scorie e di armi atomiche, centri di ricerca e reattori sperimentali, energia nucleare importata dall’estero ci danno tutte le ragioni per non dover aspettare la costruzione delle nuove centrali (i cui siti verranno resi pubblici, guarda caso, dopo le prossime elezioni) per rilanciare l’opposizione al nucleare e al mondo che lo produce.
In tal senso, da mesi, si è aperto un confronto assembleare tra persone motivate dall’urgenza di ostacolare la ripresa della produzione di energia atomica che propone una settimana di mobili-tazione diffusa sul territorio dal 1 al 7 del prossimo febbraio, come primo passo per avvicinarsi ad un nuovo percorso di lotte contro la nocività nucleare.
Prima che sia troppo tardi, tenendoci alla larga dalle manovre di istituzioni, partiti e lobbies economiche, impegnamoci in prima persona per contrastare praticamente la mafia dell’atomo nei suoi progetti di devastazione irreversibile del pianeta.