di seguito il volantino distribuito al presidio di solidarietà del 30 luglio
TONINO LIBERO! LIBERI TUTTI!
In relazione agli arresti del 26 luglio e ai fatti avvenuti il 1° maggio abbiamo alcune considerazioni da fare.
Che cosa ci faceva un gruppo di cerebrolesi fascisti ai margini del corteo del 1° maggio?
L’unica risposta che ci sembra plausibile è che si trovassero lì per provocare. È più che evidente che magistrati, sbirri, giornalisti proteggano e si servano di questi utili idioti per fare piazza pulita di ogni forma di dissenso sociale. Ci vengono in mente gli eventi di piazza Navona, di Pistoia e, non ultima, la finta occupazione di uno spazio nel centro storico di Napoli.
Ci sembra chiaro ed inevitabile che l’unica risposta possibile a questo genere di provocazioni sia quella di reagire in maniera determinata, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione senza ricorrere a piagnistei invocanti “giustizia e verità”, delegando quindi ad altri la necessità di difenderci.
Questo perché abbiamo chiaro il fatto che politici, magistrati, digos, giornalisti sono nostri nemici (e sempre rimarranno tali) e non nostri interlocutori.
Infatti sono i magistrati che, con un’evidente forzatura e con il chiaro intento di criminalizzare i movimenti di lotta, hanno costruito il castello accusatorio che ha portato all’arresto di due persone, tra cui il nostro compagno Tonino; è la digos che materialmente ha rinchiuso in una cella i due accusati; sono i giornalisti che come sempre hanno sparso fango sugli arrestati, spalleggiando sbirri e magistrati. Niente di straordinario in questo infame lavoro: è il meccanismo con cui il potere produce rassegnazione, attraverso la creazione di un “nemico interno”, di un “mostro” da sbattere in prima pagina, per mostrare quale sorte attende chi manifesti segni di insofferenza e di ribellione. Non a caso chi, come gli anarchici, da sempre rappresenta la possibilità e la volontà di autorganizzare questi desideri di rivolta e di attacco diretto all’esistente, diventa oggetto di repressione e, a volte, di vera e propria persecuzione. Purtroppo non ci stupisce che abbiano individuato proprio nel nostro compagno e fratello Tonino il “nemico pubblico”, il sovversivo da rinchiudere perché pericoloso per il loro ordine sociale, non importa quale fosse la reale circostanza nella quale si è trovato ad agire. Tonino è dentro perché anarchico: i responsabili della sua detenzione vanno ricercati tra chi detiene ed esercita il potere e tra i servi che lo eseguono.
I tre mesi trascorsi dai fatti sono serviti a questa gente per costruire un impianto accusatorio che, come si evince dagli atti, evidenziasse la pericolosità sociale di due individui che, secondo l’accusa, hanno agito spinti dalla sete di sangue, approfittando inoltre del periodo estivo per far passare sotto silenzio questo ennesimo atto repressivo.
Ma il caldo non ha di certo affievolito la determinazione di piazza che si è vista in questi giorni tra le strade di Napoli, città dove il disagio sociale aumenta giorno dopo giorno così come aumentano gli atti di dissenso, facendo di essa una polveriera in procinto di esplodere. Il potere, attraverso la repressione e l’utilizzo dei servi in camicia nera tenta di porre un freno al conflitto sociale, emerso in maniera ancora più evidente nelle lotte contro la devastazione del territorio, in quelle dei disoccupati, dei precari e di coloro che non percepiscono gli stipendi per mesi e mesi. Ma i fatti dimostrano esattamente il contrario: nessuno può pensare di chiudere la bocca agli oppressi.
Nessuno ci farà arretrare nella lotta per la distruzione di questo esistente e la nostra rabbia non si fermerà fino a quando delle loro gabbie non resteranno solo macerie.
Nessun muro di cinta arresterà la nostra solidarietà.
A Tonino tutto il nostro amore, verso chi lo detiene tutto il nostro disprezzo.
Per la libertà, per l’anarchia.
Anarchici a Napoli
per scrivere a tonino:
Antonio Mescia
Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale
via Nuova Poggioreale, 177 – Padiglione Firenze
80143 – Napoli
[nella busta mettete anche qualche francobollo]