quale libertà?

da http://cettesemaine.free.fr/ – testo trovato sui muri di Belleville (Parigi) sui recenti arresti di compagni

QUALE LIBERTÀ?

In queste ultime settimane in Algeria, in Tunisia o in Egitto, migliaia e migliaia di individui sono scesi per le strade per manifestare la loro rabbia e la loro rivolta contro delle condizioni di vita insopportabili. In pieno inverno, questi blocchi delle strade, saccheggi in massa di supermercati e d’imprese, questi incendi di seggi dei partiti politici, questi saccheggi delle ville dei ricchi e dei licei, questi attacchi ai commissariati, questi ammutinamenti e altri assalti vittoriosi contro le prigioni ci hanno riscaldato il cuore…

Oggi, malgrado le decine di morti, la sete di libertà degli insorti non sembra pronta a spegnersi. Meglio ancora, si potrebbe diffondere un pò dappertutto.  Perché dappertutto, è un pò la stessa polvere che si accumula, quella della miseria e dell’annientamento quotidiano. Perché dappertutto, e anche qui, c’è  lo stesso mondo che vorrebbe sottometterci: un mondo di soldi e potere per qualcuno, d’imprigionamento e di colpi assassini per tutti gli altri. Un mondo al servizio dei padroni e degli Stati, qualsiasi sia il loro colore, e qualsiasi sia la maniera con la quale ci sfruttano e ci controllano. Nel momento in cui dei nuovi Signori più democratici si precipitano per dividersi la torta in Tunisia, è veramente per quello che le migliaia di insorti si sono battuti al grido di «libertà»?

Dal 14 gennaio a Parigi, Olivier e Dan sono stati gettati in carcere dopo avere scritto su un muro «Algeria, Tunisia, viva l’insurrezione!» e «viva l’anarchia» sui muri di Belleville. Il 21 gennaio  a Bagnolet [periferia di Parigi, NdT], Francois che è stato incarcerato prima di essere messo in libertà vigilata una settimana dopo.

Tutti sono accusati dai servi della sezione anti-terrorismo di Parigi e da una carogna in toga – la giudice Patricia Simon – di avere portato la loro solidarietà  ai dieci sans-papiers incolpati  dell’incendio del centro di
detenzione [CIE, NdT] di Vincenne nel Giugno 2008. Al grido di «Libertà per tutti, con o senza documenti», hanno evidentemente toccato una corda sensibile. Quella di un sistema avido di carne umana facile da sfruttare e stritolare nei cantieri o dietro una macchina da cucire, prima di rastrellarla e poi deportarla con il primo aereo arrivato.

Ma questa storia di rivolte e di solidarietà non si ferma qui: poco prima di Natale, i cani in uniforme avevano infatti già arrestato Bruno in una metro di Parigi prima di inviarlo in [carcerazione] preventiva.
Lui è accusato di fare parte di «un’associazione di malfattori con finalità terrioristiche», perché aveva avuto la sfrontatezza di andare nel gennaio 2008 a una manifestazione davanti allo stesso CIE di Vincennes con…. dei fumogeni. Anche qui, nel paradiso della democrazia di mercato, sembrerebbe che la lotta antiautoritaria per la libertà, la lotta per un mondo senza patrie né frontiere, conduca rapidamente dietro le sbarre.

Se la libertà è il crimine che contiene tutti i crimini, noi ci dichiariamo senza vergogna complici degli atti di questi compagni. Allo stesso modo in cui lasciamo volentieri le categorie di «colpevole» e «innocenti» ai chiodi spinati del codice penale e ai suoi sostenitori.

In questa guerra sociale che prende forma sia al lavoro che in strada, di giorno come di notte, continuiamo a spezzare le nostre catene, qui come ovunque: contro una società nella quale dovremmo ucciderci di lavoro o crepare disoccupati, nella quale dovremmo essere educati a scuola e rinchiusi in prigione, soffocare nelle loro torri di cemento e subire l’occupazione degli sbirri senza  fiatare.

DA ENTRAMBI I LATI DEL MEDITERRANEO,
IN LOTTA CONTRO TUTTI I POTERI DEMOCRATICI O NO

PER UN MONDO SENZA SERVI NÉ PADRONI

CONTRO TUTTI I POTERI
VIVA L’INSURREZIONE!

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