Mercoledi 6 aprile verso le 5 di mattina loschi figuri bussano alle porte di decine di compagni e compagne in tutta la penisola, ci sono state infatti perquisizioni da nord a sud partendo da Bologna, anche nelle città di Ferrara, Modena, Roma, Padova, Trento, Reggio Calabria, Ancona, Torino, Lecce, Napoli, Trieste, Genova, Teramo, Forlì, Ravenna e Milano.
Il mandato di perquisizione è stato spiccato dalla Procura di Bologna dal p. m. Morena Plazzi e 5 compagni del circolo Fuoriluogo e uno di Ferrara sono stati arrestati. I 5 compagni di Bologna sono rinchiusi nel carcere della Dozza mentre il compagno di Ferrara è stato rilasciato dopo l’interrogatorio di garanzia
I reati contestati sono quelli di avere creato una fantomatica associazione a delinquere con finalità eversiva composta da presunti promotori e di esecutori, che agivano usando “violenza premeditata e ponderata”. Insomma, i magistrati e tutti i vermi in divisa non riescono ad immaginare che il mondo che difendono. Un mondo dove c’è chi comanda e chi ubbidisce.
Dopo il maldestro tentativo, reiterato per anni, di condannare quanti più anarchici possibile con il reato di associazione sovversiva, tentativo andato fallito svariate volte, gli infami cani da guardia del potere tentano di costruire di nuovo un castello accusatorio che gli permetta di arrestare e condannare chi è scomodo per l’ordine imposto dai padroni, chi senza mezzi termini si oppone a questa realtà di miseria e guerra. Non essendo riusciti a dimostrare l’esistenza di un’associazione sovversiva nelle ultime inchieste gli inquirenti questa volta tentano di condannare gli anarchici per associazione a delinquere. Tale associazione sarebbe finalizzata al compimento quindi di reati comuni; è interessante notare come con questa manovra si tenti di sradicare e nascondere la natura politica e le finalità del movimento anarchico. Del resto il regime democratico ha una grande esperienza nella delegittimazione dei suoi avversari, bastai pensare all’attribuzione dell’aggettivo “terrorista” a chiunque non chini la testa sotto l’ordine costituito. Chi contesta e combatte attivamente il dominio non è che un pazzo, a limite un residuato del secolo scorso, le cui motivazioni non devono nemmeno essere prese in considerazione. Infatti “democrazia” è sinonimo do libertà, una rivolta contro la libertà è inconcepibile, dunque non esiste. Così oltre a togliere di mezzo fisicamente gli anarchici col carcere, si tenta di disinnescare anche la potenzialità delle loro idee. Agli schiavi inconsapevoli il teatrino del potere non mostra che caricature grottesche di chi lotta per la libertà.
Contestare il reato di associazione a delinquere significa equiparare i compagni ad una qualsiasi combriccola di mafiosi o di camorristi. Infatti questo reato prevede i seguenti tratti caratteristici: “1) la stabilità dell’accordo, ossia l’esistenza di un vincolo associativo destinato a perdurare nel tempo anche dopo la commissione dei singoli reati specifici che attuano il programma dell’associazione. La stabilità del vincolo associativo dà al delitto in esame la tipica natura del reato permanente. 2) L’esistenza di un programma di delinquenza volto alla commissione di una pluralità indeterminata di delitti. La commissione di un solo delitto non integra la fattispecie in esame”.
Così si esprime il procuratore capo Roberto Alfonso riguardo al lavoro giuridico in corso di svolgimento:
“Ci sono preoccupanti segnali che arrivano – dice al proposito Alfonso – Dobbiamo cercare di capire perché queste azioni pericolose e allarmanti sono concentrate in questo momento e capire se si tratta di un messaggio e se si a chi è indirizzato”. Il procuratore poi non esclude che possa essere formulata un’altra ipotesi di reato che vada oltre il semplice danneggiamento seguito da incendio. Perché quest’ultima è “una qualificazione giuridica – ragiona un altro inquirente – che non ti permette neppure di applicare una cattura”. E in effetti, prosegue il ragionamento, “questi episodi sono in linea con altre iniziative dell’anarchismo che sono apparentemente poco gravi quanto a qualificazione del fatto e per le conseguenze a parte via De’ Terribilia (il fallito attentato con pentola esplosiva del luglio 2001, ndr). Tutti gli episodi, compresi i pacchi bomba che comunque mostrano l’esistenza di un’ organizzazione, non erano destinati a causare la morte. Il valore resta simbolico o per turbare l’ opinione pubblica o per tenere accesa la fiammella anarchica. Il tutto pare finalizzato a evitare che le iniziative degli inquirenti siano calibrate ai fatti”. Perché è chiaro, prosegue l’ inquirente, “che il salto di qualità dello strumento investigativo dipende dal reato commesso. Se fossero le Br la reazione sarebbe diversa. Questi episodi non li puoi qualificare come 270 bis (associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, ndr) per esempio. Siamo convinti che la qualificazione del 270 bis per gli anarchici sia infelice sia dal punto di vista giuridico che sostanziale”. Il tentativo ancora una volta è quello di ottenere un precedente giuridico per poter condannare delle persone sulla base delle proprie idee. Risultato puntualmente non raggiunto dalle teste d’uovo delle varie procure. Ciò che invece ottengono i difensori dell’ordine costituito è di togliere dalla circolazione le persone più scomode relegandoli a scontare mesi ed anni di carcere preventivo in attesa del processo.
Appare chiaro dalle parole del procuratore che gli strumenti giuridici in possesso dei cani e delle cagne togate non sono sufficienti a inquadrare e quindi condannare gli anarchici. La mancanza di strutture verticistiche rappresentano per questi immondi inquisitori un muro contro cui stanno sbattendo la testa da decine di anni. Le loro menti limitate ed atrofizzate non riescono a concepire un mondo senza capi e subalterni.
La classe politica, affaristica, burocratica e tutti i servi, in divisa o meno, che difendono questo esistente fatto di miseria e sopraffazione sono l’unica associazione a delinquere che conosciamo e che attacchiamo quotidianamente.
Fino a quando esisterà gente come questi vermi noi saremo pronti ad affrontarli.
Il nostro affetto e la nostra solidarietà attiva vanno a tutti i compagni arrestati o indagati. Il nostro odio a chi tenta di rinchiuderli. Non li lasceremo soli.
Anarchici e anarchiche a Napoli